In risposta alla crisi economica e finanziaria globale che ha prodotto conseguenze anche nel settore sociale ed ambientale, negli ultimi anni si è sempre più diffuso il concetto di “Green Economy” (letteralmente “economia verde”), come risposta dei governi alle difficoltà cui ogni paese, Italia compresa, ha dovuto affrontare.
Ma di cosa si tratta?
La Commissione Europea, nel 2011, definiva così la Green Economy: “una economia che genera crescita, crea lavoro e sradica la povertà investendo e salvaguardando le risorse del capitale naturale da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta”.
Più di recente, l’UNEP (United Nations Environment Programme), ovvero il programma ONU per l’ambiente, ha parlato di “un’economia che produce benessere umano ed equità sociale, riducendo allo stesso tempo i rischi ambientali e le scarsità ecologiche. Nella sua espressione più semplice, un’economia verde può essere pensata come un’economia a basse emissioni di anidride carbonica, efficiente nell’utilizzo delle risorse e socialmente inclusiva”.
Si tratta quindi di un tipo di sviluppo economico che non considera solo la produzione, ma anche l’impatto che essa avrà sull’ambiente: in particolare, intende tener conto delle conseguenze delle azioni umane e mira, attraverso interventi del privato e finanziamenti pubblici, a diminuire le emissioni di CO2 e quindi l’inquinamento, al fine di conservare l’ecosistema e salvaguardare la biodiversità.
La Green economy è dunque un progetto di sviluppo sostenibile, che faccia crescere l’economia e dunque il Paese senza tuttavia impattare sulla natura. L’ambiente viene riconosciuto come un valore per l’uomo: l’impoverimento delle risorse e il consumo eccessivo delle materie prime determinano infatti un conseguente aumento dei loro prezzi, mentre la ricerca di modelli di sviluppo alternativi favorisce la creazione di nuovi posti di lavoro (in settori come l’agricoltura, la produzione di energie rinnovabili, il riciclo, ecc.) e la riduzione della povertà, apportando benefici e migliori soluzioni.
A livello di politica economica queste teorie si sono tradotte in riforme e incentivi per la tutela delle risorse naturali, nel potenziamento delle infrastrutture per l’ambiente, nella diffusione di nuove tecnologie “eco-friendly”, nell’eliminazione delle operazioni dannose per l’ambiente.
La prima strada verso un’economia green è lo sviluppo e l’utilizzo di energie rinnovabili, alternative alle forme tradizionali, ad esempio quella solare, eolica, idroelettrica e geotermica. Altra via è l’attività di riciclaggio di ogni tipo di scarto, sia domestico che industriale, e la riconversione sostenibile di tali materiali.
La Green Economy è ancora in una fase evolutiva ma negli ultimi anni si è certamente rivelata fondamentale per l’economia: ha generato nuovi investimenti e creato nuove opportunità di crescita e occupazione, oltre a ridurre (o quanto meno frenare) la crisi che il nostro ecosistema sta da tempo attraversando.